1 - Die russische Armee war über die Oder gekommen, hatte die deutsche Front durchbrochen und einen Keil gebildet, der geradewegs in unser Gebiet stieß.
2 - Auch hofften sie, so schnell nach Berlin zu kommen, was ihnen ja auch gelungen ist. Es war der 11. Februar 1945, die Dorfstraße war wie ausgestorben.
3 - In der Nacht waren noch etliche aus dem Neiderdorf zur Flucht aufgebrochen. Wie weit sie gekommen sind und wie es ihnen auf der Flucht ergangen ist haben wir nie erfahren.
4 - Immer mehr Tiefflieger kamen, das Kanonendonnern wurde immer lauter.
5 - Sechs Uhr früh, es war winterlich kalt aber trocken an diesem Tag. Mutter ging mit Eimer und Kanne über den Hof zum Melken.
6 - Ich selbst ging, noch halb schlaftrunken, in dem Pferdestall um Hans und Jumbo zu füttern, ohne zu ahnen daß es das letzte Mal sein würde.
7 - Plötzlich stand ein deutscher Soldat in der Stalltür und ich erschrak sehr. Ich betrachtete ihn mißtrauisch. (con sospetto)
8 - An seiner Uniform konnte man nicht erkennen welchen Dienstgrad er hatte. Die Uniform was ziemlich ramponiert und die Dienstabzeichen waren alle abgerissen.
9 - Er muß mir wohl angesehen haben wie erschrocken ich war. Er versuchte mir sofort zu erklären wie es um ihn stand.
10 - Er sagte mir, er hätte den Anschluß an seine Einheit verloren, die völlig aufgerieben worden sei. Er selbst könne nicht mehr durchkommen. Er bat uns um Zivilkleidung. Wir gaben sie ihm unter der Bedingung seine Militärklamotten sofort zu verbrennen oder zu vergraben, was er dann auch tat.
L’INVASIONE DELL’ARMATA ROSSA
1 - L’Armata rossa era arrivata all’Oder, aveva sfondato il fronte tedesco e formato un cuneo, che puntava verso la nostra zona.
2 - Anche essi speravano di arrivare a Berlino rapidamente, come di fatto è accaduto. Era l’11 di febbraio 1945, la Dorfstraße era come morta.
3 - Nella notte alcune persone erano fuggite da Neiderdorf. Fino a dove fossero arrivati e cosa fosse loro successo durante la fuga, noi non lo abbiamo mai saputo.(*)
4 - Sopra le nostre teste vedevamo volare sempre più aerei a bassa quota; anche il rombo dei cannoni diventava sempre più forte.
5 - Quel giorno alle sei del mattino, quando mamma attraversò il cortile con secchio e recipiente per mungere, faceva un freddo pungente ma asciutto.
6 - Anche io, ancora mezzo insonnolita, andai nella stalla dei cavalli per dar da mangiare a Hans e Jumbo: quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrei visti, ma niente in me presagiva ciò che sarebbe accaduto,
7 - All’improvviso apparve sulla porta della stalla un soldato tedesco. Mi spaventai molto e la mamma accorse per vedere cosa stesse succedendo. (l’intervento della madre è stato da me aggiunto da me perché il racconto da prima persona singolare diventa plurale)
8 - La sua uniforme era talmente rovinata che non si poteva riconoscere quale grado avesse, infatti le mostrine erano tutte strappate.
9 - Lo guardammo con diffidenza perché non riuscivamo a comprendere il motivo di quella sua condizione non conforme alle regole. Egli si accorse di quanto fossimo spaventate e iniziò subito a spiegarci cosa era successo.
10 - Ci raccontò che l’armata, di cui faceva parte, era stata completamente smembrata e che aveva perduto il collegamento con la sua unità. In quelle condizioni non poteva più circolare, sicuramente lo avrebbero ucciso se fosse stato individuato. Ci chiese se potevamo dargli degli abiti civili, in modo che non si accorgessero che era un militare. Mamma andò a prendere gli abiti dei miei fratelli e glieli diede, ma gli chiedemmo che bruciasse subito o sotterrasse la sua divisa militare. Il soldato subito si tolse la divisa e la bruciò.
Ci accorgemmo che era molto affamato, infatti ci aveva detto che erano diversi giorni che non mangiava. Mamma lo portò in cucina e gli diede patate e speck avanzate dalla cena della sera prima. Mangiò avidamente, contento di potersi di nuovo riempire lo stomaco. Anche se avevamo creduto a quello che ci aveva raccontato, continuavamo a provare una certa diffidenza verso di lui. Continuò a raccontarci delle difficoltà in cui si erano trovate le armate centrali tedesche contro lo schieramento delle potenti forze russe, contro le quali avevano cercato di resistere ma senza riuscire a fare alcuna opposizione. Continuando il suo racconto, ci disse che sapeva parlare russo. Questo particolare aumentò la nostra diffidenza verso di lui, non potendo prevedere che proprio questo fatto in quello stesso giorno sarebbe stata la nostra fortuna.
Dopo le notizie ascoltate dal soldato, aspettavamo gli eventi con grande paura e tensione. Sentivamo avvicinarsi il rumore delle armi ma sulla linea di fronte non si udivano le armi tedesche rispondere al fuoco ma solo qualche sporadico colpo da parte dei russi. Lo straniero intruso osservava tutto, spiando attentamente da dietro il portone della stalla. Verso le 3 di notte gridò agitato: “ Arrivano i russi!”
Sulla strada carrabile, in direzione Hirschfeldau, procedevano i Panzer mentre la fanteria e i carri con gli approvvigionamenti avanzavano sui campi. I carri erano trainati da piccoli cavalli russi. Presto arrivarono nel nostro paese e raggiunsero la nostra fattoria. Si misero immediatamente a cercare dappertutto i soldati tedeschi. Il nostro straniero uscì e si mise a parlare in russo con i soldati, ma non potemmo capire ciò che egli disse loro.
Andati via i soldati russi, egli si avvicinò a mia madre e le disse che mi doveva nascondere e fare molta attenzione. Adesso penso che un angelo custode ci aveva mandato questo straniero in casa, che ci mise in guardia dal pericolo che avrei potuto correre, essendo una fanciulla adolescente.
(*) “Entro il 24 febbraio erano state occupate la Pomerania a nord e la Slesia a sud, cosicché l’Armata Rossa presentava un fronte compatto lungo l’Oder, a meno di 40 miglia da Berlino.” Cfr . Atlante della seconda guerra mondiale, Richard Natkiel, Peter Young, Arnoldo Mondadori Editore