sabato 23 giugno 2018

Tr_9 : Slesia - Die Invasion der russischen Armee



DIE  INVASION DER RUSSISCHEN ARMEE

1 - Die russische Armee war über die Oder gekommen, hatte die deutsche Front durchbrochen und einen Keil gebildet, der geradewegs in unser Gebiet stieß. 
2 - Auch hofften sie, so schnell nach Berlin zu kommen, was ihnen ja auch gelungen ist. Es war der 11. Februar 1945, die Dorfstraße war wie ausgestorben. 
3 - In der Nacht waren noch etliche aus dem Neiderdorf zur Flucht aufgebrochen. Wie weit sie gekommen sind und wie es ihnen auf der Flucht ergangen ist haben wir nie erfahren. 
4 - Immer mehr Tiefflieger kamen, das Kanonendonnern wurde immer lauter. 
5 - Sechs Uhr früh, es war winterlich kalt aber trocken an diesem Tag. Mutter ging mit Eimer und Kanne über den Hof zum Melken. 
6 - Ich selbst ging, noch halb schlaftrunken, in dem Pferdestall um  Hans und Jumbo zu füttern, ohne zu ahnen daß es das letzte Mal sein würde. 
7 - Plötzlich stand ein deutscher Soldat in der Stalltür und ich erschrak sehr. Ich betrachtete ihn mißtrauisch. (con sospetto)
8 - An seiner Uniform konnte man nicht erkennen welchen Dienstgrad er hatte. Die Uniform was ziemlich ramponiert und die Dienstabzeichen waren alle abgerissen. 
9 - Er muß mir wohl angesehen haben wie erschrocken ich war. Er versuchte mir sofort zu erklären wie es um ihn stand. 
10 - Er sagte mir, er hätte den Anschluß an seine Einheit verloren, die völlig aufgerieben worden sei. Er selbst könne nicht mehr durchkommen. Er bat uns um Zivilkleidung. Wir gaben sie ihm unter der Bedingung seine Militärklamotten sofort zu verbrennen oder zu vergraben, was er dann auch tat.





L’INVASIONE  DELL’ARMATA  ROSSA

1 - L’Armata rossa era arrivata all’Oder, aveva sfondato il fronte tedesco e formato un cuneo, che puntava verso la nostra zona. 
2 - Anche essi speravano di arrivare a Berlino rapidamente, come di fatto è accaduto. Era l’11 di febbraio 1945, la Dorfstraße era come morta. 
3 - Nella notte alcune persone erano fuggite da Neiderdorf. Fino a dove fossero arrivati e cosa fosse loro successo durante la fuga, noi non lo abbiamo mai saputo.(*) 
4 - Sopra le nostre teste vedevamo volare sempre più aerei a bassa quota; anche il rombo dei cannoni diventava sempre più forte. 
5 - Quel giorno alle sei del mattino, quando mamma attraversò il cortile con secchio e recipiente per mungere, faceva un freddo pungente ma asciutto. 
6 - Anche io, ancora mezzo insonnolita, andai nella stalla dei cavalli per dar da mangiare a Hans e Jumbo: quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrei visti, ma niente in me presagiva ciò che sarebbe accaduto,
7 - All’improvviso apparve sulla porta della stalla un soldato tedesco.  Mi spaventai molto e la mamma accorse per vedere cosa stesse succedendo. (l’intervento della madre è stato da me aggiunto da me perché il racconto da  prima persona singolare diventa plurale)
8 - La sua uniforme era talmente rovinata che non si poteva riconoscere quale grado avesse, infatti le mostrine erano tutte strappate.  
9 - Lo guardammo con diffidenza perché non riuscivamo a comprendere il motivo di quella sua condizione non conforme alle regole.  Egli si accorse di quanto fossimo spaventate e iniziò subito a spiegarci cosa era successo. 
10 - Ci raccontò che l’armata, di cui faceva parte, era stata completamente smembrata e che aveva perduto il collegamento con la sua unità. In quelle condizioni non poteva più circolare, sicuramente lo avrebbero ucciso se fosse stato individuato. Ci chiese se potevamo dargli degli abiti civili, in modo che non si accorgessero che era un militare. Mamma andò a prendere gli abiti dei miei fratelli e glieli diede, ma gli chiedemmo che bruciasse subito o sotterrasse la sua divisa militare.  Il soldato subito si tolse la divisa e la bruciò. 

Ci accorgemmo che era molto affamato, infatti ci aveva detto che erano diversi giorni che non mangiava. Mamma lo portò in cucina e gli diede patate e speck avanzate dalla cena della sera prima. Mangiò avidamente,  contento di potersi di nuovo riempire lo stomaco. Anche se avevamo creduto a quello che ci aveva raccontato, continuavamo a provare una certa diffidenza verso di lui. Continuò a raccontarci delle difficoltà in cui si erano trovate le armate centrali tedesche contro lo schieramento delle potenti forze russe, contro le quali avevano cercato di resistere ma senza riuscire a fare alcuna opposizione.  Continuando il suo racconto, ci disse che sapeva parlare russo. Questo particolare aumentò la nostra diffidenza verso di lui, non potendo prevedere che proprio questo fatto  in quello stesso giorno sarebbe stata la nostra fortuna. 

Dopo le notizie ascoltate dal soldato, aspettavamo gli eventi con grande paura e tensione. Sentivamo avvicinarsi il rumore delle armi ma sulla linea di fronte non si udivano le armi tedesche rispondere al fuoco ma solo qualche sporadico colpo da parte dei russi. Lo straniero intruso osservava tutto, spiando attentamente da dietro il portone della stalla. Verso le 3 di notte gridò agitato: “ Arrivano i russi!” 

Sulla strada carrabile, in direzione Hirschfeldau, procedevano i Panzer mentre la fanteria e i carri con gli approvvigionamenti avanzavano sui campi. I carri erano trainati da piccoli cavalli russi. Presto arrivarono nel nostro paese e raggiunsero la nostra fattoria. Si misero immediatamente  a cercare dappertutto i soldati tedeschi. Il nostro straniero uscì e si mise a parlare in russo con i soldati, ma non potemmo capire ciò che egli disse loro. 

Andati via i soldati russi, egli si avvicinò a mia madre e le disse che mi doveva nascondere e fare molta attenzione. Adesso penso che un angelo custode ci aveva mandato questo straniero in casa, che ci mise in guardia dal pericolo che avrei potuto correre, essendo una fanciulla adolescente.

(*)  “Entro il 24 febbraio erano state occupate la Pomerania a nord e la Slesia a sud, cosicché l’Armata Rossa presentava un fronte compatto lungo l’Oder, a meno di 40 miglia da Berlino.” Cfr . Atlante della seconda guerra mondiale, Richard Natkiel, Peter Young,  Arnoldo Mondadori Editore

giovedì 7 giugno 2018

Esercizio 11 : Papageno & Papagena

Se pensate a male ... ebbene sì !
Mozart era lascivo, irriverente, antisistema, rivoluzionario, privo di limiti morali e meraviglioso.
E amava l'Italia, o meglio la sequenza di stati e staterelli di cui era composta la penisola italica nel settecento.

Mozart war insgesamt über zehn Jahre, beinahe ein Drittel seines Lebens auf Reisen, die ihn in zehn Länder des heutigen Europas führten.


Ha rivoluzionato la musica e con la musica i costumi della sua epoca.

Figuratevi che fu uno dei primi, se non il primo, a "mettersi in proprio" e liberarsi della schiavitù di principi e monsignori, ovviamente morendo come un pezzente.
Ma si sa: chi lascia la strada vecchia per la nuova ...

Si dice che la sua musica produca effetti benefici nell'organismo umano , negli animali e nella fermentazione del vino!

Wird die Musik von Mozart mit der halben heute üblichen Geschwindigkeit gespielt, aktiviert das im Gehirn sehr ähnliche Frequenzen, wie sie auch bei Menschen auftreten, die unter Hypnose stehen oder Drogen nahmen, um sich aus ihren Körper zu pressen. In diesen Zustand ist es um vieles leichter, Zugang zu seinem Unterbewußtsein zu bekommen und z.B. Erinnerungen aus vergangenen Leben bewußt werden zu lassen. Dadurch erhalten die Menschen viel direkteren Zugang zu unterbewußtem Wissen, was für das Establishment natürlich nicht gut ist, die Masse soll gefälligst eine nichdenkende Herde von Arbeitseseln bleiben.

Andere Stücke mit der halben Geschwindigkeit gespielt steigern die Produktion eines Botenstoffes, den das Gehirn braucht um Informationen zu speichern um das 50fache. Versuchspersonen, die man eine Sprache lernen ließ, wärend man sie mit diesen Frequenzen berieselte, entwickelten ein nie beobachtetes Lernvermögen, auch das ist nicht erwünscht. Es wäre ein Leichtes, die Klassenzimmer der Schule mit diesen Frequenzen zu berieseln und die Schüler würden sich mit dem vorhandenen Lehrstoff zu tode langweilen.

E non ridete perché ci sono un sacco di mucche e coltivatori diretti che possono attestarlo.

Se tenete conto che è di lingua tedesca si chiude il circolo : sentendo Mozart e ascoltando nella sua lingua madre le sue opere si guariscono un sacco di malattie e ... ricrescono i capelli !

Tranne che a costui !!!!!


Poverino si dà tanto da fare ma ... niente! 
E' più calvo di prima ... e pure più grosso!


E ora ritorniamo a Mozart

Vi ricordate Papagheno e Papagena?

Abbiamo fatto un concorso per l'assegnazione di un viaggio a New York su volo Alitalia (finché c'è) e hanno partecipato solo Massimo Diana e Giovanna di Bello.



Ha vinto Massimo perché ha mandato la traduzione (bella) via email mentre Giovanna l'ha mandata via WhatsApp sottoponendomi ad un supplemento di lavoro.

Quella che segue è pertanto la traduzione del vincitore che può ritirare la vincita a Canosa di Puglia presso la sede della Touring Canusium Operator in vico Parenzo 1.

Congratulazioni!

Ricordo che tutta l'opera la trovate qui :
 "Il Flauto Magico" - Mozart  








(beide haben unter dem Ritornell komisches Spiel) (entrambi, al ritornello, fanno un bizzarro gioco)


PAPAGENO
Pa-Pa-Pa-Pa-Papagena!
PAPAGENA
Pa-Pa-Pa-Pa-Papageno!
PAPAGENO Papageno
Bist du mir nun ganz gegeben? - ora sei tutta mia ?
PAPAGENA Papagena
Nun bin ich dir ganz gegeben. ora sono tutta tua !
PAPAGENO Papageno
Nun so sei mein liebes Weibchen! Sei tu la mia cara amata ?
PAPAGENA Papagena
Nun so sei mein Herzenstäubchen! Sei tu il mio ometto ?
BEIDE Insieme
Welche Freude wird das sein, Che gioia sarà,
Wenn die Götter uns bedenken, quando gli dei ci considereranno,
Unsrer Liebe Kinder schenken, quando doneranno bambini al nostro amore,
So liebe, kleine Kinderlein! si, cari piccoli bambini !
PAPAGENO Papageno
Erst einen kleinen Papageno! Prima un piccolo Papageno
PAPAGENA Papagena
Dann eine kleine Papagena! Poi una piccola Papagena
PAPAGENO Papageno
Dann wieder einen Papageno! Poi ancora un Papageno
PAPAGENA Papagena
Dann wieder eine Papagena! Poi ancora una Papagena
BEIDE Insieme
Es ist das höchste der Gefühle, Sarà la gioia più immensa,
Wenn viele, viele Papageno/ Papagena quando tanti, tanti Papageno/Papagena,
Der Eltern Segen werden sein. saranno la benedizione dei genitori !
(beide ab) (escono)

Tr_8 : Slesia - Die Lage wird immer kritischer

DIE LAGE WIRD IMMER KRITISCER

1. Von nun an sahen wir immer öfter russische Jagdflieger am Himmel. 
2. Wahrscheinlich wollten sie den Flugplatz, der nicht weit von unserem Hof entfernt lag, ausfindig machen. 
3. Auch konnte man ab und zu entfernten Kanonendonner hören. 
4. Jetzt, dachten wir, kommt die Front immer näher, bald werden deutsche Frontsoldaten kommen.
5. Nun kam der Zeitpunkt der Entscheidung. 
6. Mit den Nachbarn zusammen wurde beraten. Was sollten wir tun, auch fliehen und das Vieh und alles andere im Stich lassen? 
7. Erst heute, da ich nun selbst alter bin, kann ich so richtig nachempfinden was für eine große Last und Bürde damals auf meiner Mutter lag und zu entscheiden was zu tun war. 
8. Meine Großmutter, damals fast neunzig Jahre alt, mitnehmen, bei dieser Kälte im Freien?






LA  SITUAZIONE  DIVENTA SEMPRE PIU’ CRITICA

1. Nei giorni che seguirono si vedevano sempre più spesso caccia russi sorvolare i nostri cieli. 
2. Probabilmente erano voli di ricognizione finalizzati ad individuare la localizzazione dell’aeroporto, che si trovava non lontano dalla nostra fattoria.
3. Di tanto in tanto si sentiva anche il lontano rombo dei cannoni. 
4. Pensavamo che presto i soldati tedeschi, che facevano parte delle armate centrali a difesa dei nostri confini, sarebbero tornati, visto che il fronte si avvicinava sempre di più. 
5. Anche per noi era arrivato il momento di prendere una decisione. 
6. Insieme con i vicini discutemmo su cosa fare: fuggire verso ovest, come avevano fatto altri prima di noi, e abbandonare la casa, il bestiame e tutto ciò che ci apparteneva da sempre? 
7. Solo oggi, che sono più anziana, posso comprendere quale responsabilità avesse avuto mia madre  nel prendere una decisione così difficile, 
8. perché avevamo con noi la nonna quasi novantenne, che non avrebbe potuto sopportare  un viaggio così disagevole con il freddo dell’inverno.

Presto cominciammo a vedere aerei che volavano a bassa quota, erano di quelli che colpivano i convogli. Ogni volta che questi aerei venivano avvistati, le persone che camminavano sulle strade scappavano nei campi per non essere colpiti. Inoltre arrivò la notizia che il ponte Bober a Sagan era stato fatto saltare in aria. Si può immaginare quanto questi fatti rendessero la decisione ancora più difficile. La notte successiva fu bombardata la pista di decollo dell’aeroporto e insieme vennero distrutti tutti gli aerei che si trovavano sulla pista, fermi per mancanza di benzina. Ogni esplosione era seguita da una spaventosa detonazione, che ci terrorizzava perché lo spostamento d’aria infrangeva i vetri delle finestre e faceva sbattere le porte. Questo accadde per tutta la notte, tanto che eravamo convinti che del nostro villaggio non sarebbe rimasta pietra su pietra.

Il mattino successivo ci fu calma totale in tutto l’aeroporto, che sembrava morto. Non si muoveva nulla, ma i capannoni stavano ancora in piedi. Venimmo a sapere in seguito che in quella notte tutti i dipendenti vennero portati via; furono lasciati sul posto solo gli artificieri.

Quella stessa mattina, mentre ci trovavamo raggruppati con gli altri abitanti del villaggio, che discutevamo esitanti sul da farsi, vedemmo l’Ortsgruppenleiter Holz (capo del gruppo a guida del paese), capo del Parteimitglieder (il partito N.S.A.P. nazionalsocialista) del paese, che scappava con la moto lungo la Dorfstraße, con il fucile sulla schiena, gridando verso di noi “Si salvi chi può!”. Aveva già messo in salvo segretamente tutta la sua famiglia. Fino a quel giorno era stato alla guida del villaggio e ci aveva sempre rassicurato dicendoci che la situazione non era preoccupante, poi improvvisamente scappava, tradendo il suo ruolo e tutti gli abitanti della comunità di cui era stato capo. Adesso eravamo veramente soli ed abbandonati ad un destino sconosciuto.

Attendemmo inutilmente  che i soldati tedeschi ritornassero dal fronte, per poter capire quanto lontane o vicine fossero le armate russe,  ma vedemmo arrivare solo qualche soldato isolato, che aveva perso il collegamento con la propria unità. 

Il fronte tedesco nella nostra zona non esisteva più ed i soldati pensavano solo a fuggire verso ovest il prima possibile.(*)




(*) “Con una delle avanzate più massicce, dure e rapide dell’intera seconda guerra mondiale, Zukov con le sue truppe aveva raggiunto, il 31 gennaio, le sponde dell’Oder. Tutte le sacche di resistenza tedesche erano state superate e furono rastrellate solo in seguito. Le armate sovietiche, che contavano oltre 1.500.000 uomini ed avevano l’appoggio di 28.000 cannoni, 3.300 carri armati e 10.000 aerei, si trovarono così di fronte allo schieramento delle forze tedesche, di appena 596.000 uomini, con 8.230 cannoni, 700 carri armati e 1.300 aerei. Contro una superiorità nemica di queste proporzioni, i tedeschi non avevano quindi nessuna possibilità di opporsi. Torun, Poznan e Breslavia furono circondate e resistettero per qualche tempo, ma tutto il resto delle armate tedesche venne spazzato via e respinto.” Cfr . Atlante della seconda guerra mondiale, Richard Natkiel, Peter Young,  Arnoldo Mondadori Editore