martedì 29 maggio 2018

Esercizio 10: Zeig mir den platz an der sonne.

In meinem Herzen flattert leise 
ein kleiner bunter Schmetterling 
den schickt die Sehnsucht auf die Reise 
wenn ich von meinen Träumen sing 
ich seh' ein Land, es liegt noch weit, 
wo Liebe wohnt und Zärtlichkeit. 

Zeig' mir den Platz an der Sonne 
wo alle Menschen sich versteh'n 
Liebe allein ist die Sonne 
drum darf die Liebe nie untergeh'n     (zwei Mal)

Wen kümmern auch noch des Nachbarn Schmerzen 
wer hilft dem Nächsten durch die Tat? 
Wir haben Riegel vor den Herzen 
und um die Seele Stacheldraht. 
Ich such' ein Land, es liegt noch weit, 
Wo Friede wohnt und Menschlichkeit.

Zeig' mir den Platz an der Sonne 
wo alle Menschen sich versteh'n 
Liebe allein ist die Sonne 
drum darf die Liebe nie untergeh'n   (zwei Mal)



Nel mio Cuore dolcemente svolazza
una piccola Farfalla colorata
che mi fa venire il Desiderio di viaggiare
quando canto dei miei Sogni
vedo un Paese, è ancora lontano,
dove dimora l'Amore e la Tenerezza.

Mostrami il Posto al  Sole 
dove tutte le Persone si capiscono
L' Amore soltanto è il Sole
per questo (darum → drum) l'Amore non può mai naufragare

A chi importa ancora del Dolore (di chi ci è) Vicino
chi aiuta il Prossimo con i Fatti ?
Abbiamo un Chiavistello prima del Cuore
e intorno all'Anima il Filo spinato.
Cerco un Paese, è ancora lontano,
Dove dimora la Pace e l'Umanità.

Mostrami il Posto al  Sole 
dove tutte le Persone si capiscono
L' Amore soltanto è il Sole
per questo l'Amore non può mai naufragare

***



(Sie fahren auf. - Papageno sieht sich um;
beide haben unter dem Ritornell komisches Spiel)

PAPAGENO
Pa-Pa-Pa-Pa-Papagena!
PAPAGENA
Pa-Pa-Pa-Pa-Papageno!
PAPAGENO
Bist du mir nun ganz gegeben? -
PAPAGENA
Nun bin ich dir ganz gegeben.
PAPAGENO
Nun so sei mein liebes Weibchen!
PAPAGENA
Nun so sei mein Herzenstäubchen!
BEIDE
Welche Freude wird das sein,
Wenn die Götter uns bedenken,
Unsrer Liebe Kinder schenken,
So liebe, kleine Kinderlein!
PAPAGENO
Erst einen kleinen Papageno!
PAPAGENA
Dann eine kleine Papagena!
PAPAGENO
Dann wieder einen Papageno!
PAPAGENA
Dann wieder eine Papagena!
BEIDE
Es ist das höchste der Gefühle,
Wenn viele, viele Papageno/ Papagena
Der Eltern Segen werden sein.
(beide ab)

giovedì 24 maggio 2018

Für uns .. ! Aggiornamento


E' stato aggiornato il post "Für uns .." con un ulteriore contributo di Hannelore!
"Zweite Fortsenzung".

Lo trovate qui.

Non l'ho tradotto (come anche "Erste Fortsenzung") perché so che lo tradurrete voi e me ne manderete copia!

Ricordo che ci sono ancora delle pigrone che non hanno ancora pubblicato nulla.

Che aspettano?

Nella sezione documenti è possibile scaricare le canzoni del corso.
Sono nella cartella "Documenti vari", dove trovate anche il documento "infinito con e senza zu".

A nome di tutti e tre i miei nomi vi auguro buone vacanze e un grazie di cuore ad


Hannelore Eva Brosch.



Cesare Augusto Maria   




PS
Conto di riprendere la traduzione del "Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke" che conto di finire questa estate, sempre con traduzione a fronte, e sempre che facciano il governo.
C'è qualcuno che è disposto a collaborare?
Qualche idea?

"Und es treibt auf und ab auf den Wellen seines Herzens."

"E lei galleggia su e giù sulle Onde del suo Cuore."


lunedì 21 maggio 2018

Tr_7 : Slesia - L'ultimo treno.

L’ULTIMO TRENO 

I profughi e noi, tutti attendevamo l’arrivo del treno che sarebbe andato in direzione ovest, quindi anche verso Sagan, la nostra destinazione.
Eravamo ben consapevoli che sarebbe stato difficile salire su quel treno ma dovevamo riuscirci per forza, in qualsiasi modo, altrimenti saremmo rimaste a Glogau e forse non saremmo mai più partite.

Cercavamo di farci spazio attraverso la massa di persone, mano nella mano per arrivare fino al bordo del marciapiede.
Per nostra fortuna non avevamo più nessun pacco, così riuscimmo facilmente ad infilarci in mezzo alle persone.

Dopo un'ora finalmente il treno arrivò, già stracarico di profughi.
La sorte volle che quando il treno si fermò, ci trovammo proprio di fronte allo sportello e, velocemente, salimmo sopra.
La ressa era tantissima, tutti spingevano gli altri verso la porta, e chi era salito cercava di tirare su chi era rimasto sul marciapiede.



Lo spazio era poco e la confusione tanta, ma noi grazie a Dio eravamo dentro.
Coloro che non erano riusciti a salire piangevano e gridavano; purtroppo il peso e l’ingombro dei bagagli non aveva permesso loro di arrampicarsi sul treno.

Il treno partì.

La maggior parte rimase indietro, 
lasciati soli al loro destino. 

A tarda ora, forse intorno alle undici della sera, il treno entrava nella stazione di Sagan.
La discesa dal treno fu altrettanto difficile quanto la salita perché ci dovemmo arrampicare su valigie e zaini per riuscire ad arrivare allo sportello del treno.

Appena fummo all'aperto ci sentimmo felici di essere riuscite a tornare indietro.
Prima di avviarci a piedi verso casa, andammo verso il fabbricato della stazione, dove sapevo che mio zio Josef faceva il suo ultimo turno di notte, perché da quell'ora in poi non ci sarebbe stato più nessun treno.
Mio zio volle sapere da noi tutto quello che stava succedendo ad est e noi gli raccontammo tutte le vicende vissute durante quel giorno. Salutammo lo zio e ci avviammo a piedi di notte verso Küpper, il nostro villaggio.

Finalmente arrivammo a casa.



***

Alle warteten auf den Zug der Richtung Westen, also auch über Sagan, unserem Ziel, fahren würden. Nun wußten wir was auf uns zukam. 
Wir mußten unter allen Umständen in diesen Zug hineinkommen, egal wie, sonst wären wir von Glogau nicht mehr weggekommen. 

Wir versuchten durch die Menschenmenge, händehaltend am Rande des Bahnsteiges, uns vorzuschieben. 
Unser Glück war, daß wir kein Gepäck mehr hatten; so konnten wir uns besser durchzwängen. Nach einer 

Stunde kam dann der Zug, bereits mit Flüchtlingen überfüllt. 
Wir hatten Glück, der Zug hielt und direkt vor uns war eine Wagontür. Jetzt ging alles blitzschnell. Eine drückte die andere zur Tür hinein, die letzte wurde gezogen.
Es war eng und alles ging drunter und drüber, aber wir waren Gott sei Dank drin. 

Draußen am Bahnsteig ein Schreien und Weinen; mit viel Gepäck war es einfach nicht möglich in den Zug einzusteigen. 


 Der Zug fuhr los, 

die meisten blieben zurück, 
allein ihrem Schicksal überlassen. 

 Zur später Stunde, so um elf Uhr abends, fuhr der Zug im Bahnhof von Sagan ein. Genauso schwierig wie das Einsteigen war auch das Austeigen. 
Wir mußten über Koffer und Rucksäcke steigen um zur Wagontür zu gelangen. 

Als wir ins Freie kamen waren wir erst einmal froh daß wir es geschafft hatten, wieder zurückzukommen. 
Nun mußten wir aber zu Fuß, bei Nacht nach Küpper laufen in unser Dorf. Aus das haben wir geschafft. Zuerst gingen wir zum Bahnhofsgebäude.
Ich wußte daß mein Onkel J. Nachtdienst hatte, sein letzter, denn von nun an kam kein Zug mehr.

 Wir erzählten ihm alles was wir gesehen und erlebt hatten.


Endlich sind wir zu Hause angekommen.

venerdì 11 maggio 2018

Es ist der Regen, der geht


Ma non vedete che il cielo

ogni giorno diventa più blu

È la pioggia che va, e ritorna il sereno

È la pioggia che va, e ritorna il sereno




Aber ihr seht nicht, dass der Himmel 

jeder Tag wird blauer

Es ist der Regen, der geht, und die Sonne kehrt wieder

Es ist der Regen, der geht, und die Sonne kehrt wieder