I fatti che narra Katrin nel documento tradotto da Letizia si svolgono in Slesia.
Vi do' alcune informazioni che possono essere utili per inquadrare storicamente il problema.
Dove si trova.
La regione dell'Europa centrale racchiusa dalla linea gialla e' la Slesia come appariva dopo l'annessione alla Prussia nel 1871.
E' un cuscinetto tra la Germania, la Polonia, la Repubblica Ceca e la Slovenia in cui si parla tedesco.
Ora appare cosi'
dopo che due guerre mondiali ne hanno dichiarato lo smembramento e ratificato la perdita di quasi tutti i territori da parte della Germania.
Storia.
Nel
corso della sua storia, anche se la Slesia è stato divisa molte
volte, è sempre rimasta una unità storica. Nell'Alto Medioevo era
scarsamente occupata solo da slavi che nel 5° secolo si erano
trasferiti dopo che la maggior parte delle genti Germanico-Vandale
chiamate “Silings” (da cui deriva il nome “Slesia”) avevano
abbandonato il territorio.
La
Slesia, diventata un ducato indipendente nel 12° secolo durante la
frammentazione della Polonia, era governato dalla dinastia locale dei
Piast.Il
paese in questo momento era scarsamente popolato con piccoli borghi e
complessivamente non più di 150.000 persone.I
Castelli con le aree adiacenti erano al centro del commercio,
dell’amministrazione, dell’artigianato e della chiesa.
I più
importanti di questi castelli, spesso la sede di un duca, erano
Wrocław, Legnica, Opole e Racibórz.
Il
paese era fortificato dal cosiddetto “preseka”, un sistema di
fitte foreste.Fu
allora che la terra diventò un'area di destinazione per i tedeschi
cattolici nella colonizzazione dell’est.
La colonizzazione venne
avviata venne avviata da Boleslaus I il lungo, che aveva trascorso
una parte della sua vita in Germania, e soprattutto da suo figlio
Enrico I il barbuto e sua moglie Edvige di Andechs, che poi diventò
la patrona nazionale: santa Edvige di Andechs.
Essi
furono i primi sovrani slavi, al di fuori del Sacro Romano Impero, a
promuovere insediamenti tedeschi su una base ampia. Entrambi
iniziarono ad accogliere coloni tedeschi, al fine di sviluppare
economicamente il loro regno e di estendere la loro regola.l’abbazia
cistercense di Lubensis.
Già
nel 1175 Boleslaus fondò l’abbazia cistercense di Lubensis
(Lubiaz) e fece arrivare i monaci dell’Abbazia di Pforta, in
Sassonia. L’abbazia, il suo dominio ed i coloni tedeschi vennero
esclusi dalla legislazione polacca ed in seguito i monaci istituirono
diversi villaggi tedeschi sul loro territorio.
Durante
il regno di Enrico I ebbe inizio l’insediamento sistematico. In un
sistema complesso venne fondata una rete di città nella parte
occidentale e sud-occidentale della Slesia. Queste città, centri
economici e giudiziari, vennero circondati da villaggi standardizzati
che erano spesso costruiti in un luogo autorizzato nelle foreste.
La
prima area di insediamento tedesco in Slesia apparve intorno al 1200
con le città di Goldberg (oggi Złotoryja) e Löwenberg(oggi Lwówek
Śląski), due insediamenti fondati da minatori tedeschi. Goldberg e
Löwenberg furono anche le prime città della Slesia a ricevere la
legge tedesca delle città nel 1211 e 1217. Questo modello di
colonizzazione fu presto adottata in tutte le altre parti della
Slesia già popolate; le città con la legge tedesca delle città
spesso erano fondate accanto insediamenti slavi.
I
centri di colonizzazione pacifica furono fin dall'inizio soprattutto
i monasteri degli ordini religiosi che erano stati convocati in
queste terre: i Premonstratensiani ed i Cistercensi. Nel 1175, per la
città di Leubus i cistercensi ricevettero per i coloni tedeschi che
li si sarebbero insediati, dei particolari privilegi con la garanzia
che questi dovevano essere validi per tutti i tempi e, senza
eccezioni, essere esenti da qualsiasi diritto polacco.
Tra
il 1200 ed il 1350 vennero fondate 20 città e più di 200 villaggi.
Stime suggeriscono che nel 1300 nella Slesia vi erano circa 175.000
tedeschi. Il centro di attrazione dei coloni tedeschi è stata
soprattutto la città di Breslau, che era stata fondata intorno al
1000 e che aveva goduto dei diritti di città tedesca dal 1250 circa.
Già nel 14° secolo aveva 20.000 abitanti, il che la rendeva, a quel
tempo, una città di livello europeo.
Il
primo arresto per gli insediamenti fu a causa della devastante
invasione dei Mongoli nel 1241 (durante la quale la maggioranza della
nobiltà della Slesia, tra cui il Duca Enrico II, figlio di Edvige,
cadde vittima durante la Battaglia di Wahlstatt. Altra battuta di
arresto degli insediamenti avvenne a causa della peste nera del
1347/48, che ha bloccato la venuta dei coloni dall’ovest. Altra
causa, dal 1420, è stato il fatto che la Slesia è stata per decenni
uno dei principali obiettivi di attacco e saccheggio per gli Hussiti.
Nel
14° secolo la Slesia possedeva circa 150 città e la popolazione era
più che quintuplicata.
Gli abitanti delle città erano tedeschi e
formavano la maggioranza della popolazione totale, mentre gli slavi
in genere vivevano al di fuori delle città. Nel processo di
assimilazione la Bassa e Media Slesia divenne germanizzata mentre
l’Alta Slesia rimase slava.
Tutta
la terra apparteneva al Sacro Romano Impero di Germania. Con il
trattato di Trentschin del 1335, il re di Polonia, Casimiro III,
aveva rinunciato "per tutti i tempi" il diritto di
arrogarsi la Slesia. Questo corrispondeva, naturalmente, alla
pacifica germanizzazione, che in quel momento era stata in gran parte
completata.
Uno dopo l'altro, i Piast della Slesia erano morti. Parte
dei ducati erano passati temporaneamente a dinastie come ad esempio
gli Hohenzoller, i sassoni Wettiner, i Boemi Premyslidi ed i
Podiebrad.
Nel
1675 la Slesia apparteneva alle terre della corona boema, che
apparteneva agli Asburgo dal 1526. Questo era stato preceduto dalla
conversione della maggior parte dei ducati verso la religione
luterana. Già nel 1520/30 la gran parte dei ducati della Slesia
erano diventati protestanti.
La
Controriforma, che aveva compiuto enormi passi avanti nel 17°
secolo, specialmente dopo la fine della guerra dei trent'anni (1648),
era stata condotta con determinazione di gesuiti ed ha portato ad una
parziale ricattolicizzazione dei territori, i quali, tuttavia,
rimasero divisi su due linee religiose per sempre.
La capitale Breslau
è sempre rimasta una città di due religioni cristiane.
Nel
1742 la maggior parte della Slesia passò alla Prussia. Solo i ducati
di Troppau-Jägerndorf e di Teschen sono stati conservati
dall’Austria.
Sotto Federico II vennero eseguiti su vasta scala
progetti di colonizzazione. Circa un milione di persone vivevano nel
territorio nel 1740. 1,5 milioni vennero conteggiati nel 1779.
La
provincia prussiana della Slesia, nel 1885 aveva 4,1 milioni di
abitanti, dei quali 3,2 milioni erano di lingua tedesca e polacca.
Nei tre distretti della Slesia rimasti prussiana, nel 1939 vivevano
4,6 milioni di persone.
La popolazione non tedesca era inferiore
all’1% nella Bassa Slesia ed in quella centrale. 280.000 Silesiani
di questi territori caddero in guerra.
Circa 60.000 civili morirono
durante l'assedio sovietico ed il bombardamento di Breslavia, tra
febbraio e maggio del 1945. Molti morirono per i bombardamenti e nei
campi di concentramento polacchi. 400.000 civili sono morti per la
fame e tra il 1945 e il 1947. L’espulsione dalla Slesia è stata
quasi totale e solo alcuni minatori vennero trattenuti per motivi di
carattere economico, alcuni altri perché vennero riconosciuti come
Slavi "autoctoni".