LA GRANDE INCERTEZZA COMINCIA
Dopo l'Epifania, verso la prima metà del mese di gennaio, mio padre, mio cugino Kurt e ancora molti altri uomini del nostro paese furono richiamati nel Volksturm a Glogau sull'Oder.
Lì furono alloggiati in una scuderia e armati di fucili e Panzerfaust (lanciarazzi).
Per noi, che eravamo rimasti nel paese, cresceva la paura e l'incertezza e nessuno della popolazione civile sapeva esattamente cosa stesse succedendo al fronte e di quanto i russi fossero avanzati.
Cominciavamo ad avere la sensazione che quello che ci veniva comunicato dalle fonti ufficiali non corrispondesse a verità e che la reale situazione fosse taciuta. La vita della fattoria però continuava e in quel periodo fummo denunciati per macellazione clandestina, perché era stato sospettato che avessimo più polli di quanti ne avevamo dichiarati.
Un giorno venne un gendarme a controllare il numero dei polli, ma mia madre riuscì a convincerlo della nostra onestà e correttezza. Ma la situazione rimaneva problematica perché avremmo potuto perdere l’autorizzazione a macellare in casa. Per questo mia madre mi mandò a Sagan, all'ufficio dell'economo, per richiedere una nuova autorizzazione per la macellazione, che io riuscii ad ottenere. Questa autorizzazione era fondamentale per macellare in casa il maiale e rifornirci di carne, salsicce e speck, che ci avrebbero permesso di alimentarci nel futuro.
Il lavoro nella fattoria era veramente tanto e le nostre giornate passavano ad accudire il bestiame. Fortunatamente io avevo conseguito a Pasqua del 1944 la mia licenza elementare quindi non dovevo più andare a scuola. Di questo dovevo ringraziare mia madre perché fu lei che mi volle mandare a scuola all'età di cinque anni.
Ci alzavamo alle 5,30 del mattino e mentre lei andava nella stalla a mungere, io foraggiavo e pulivo i cavalli. Dopo un po’ io andavo a fare il caffè e questo era di solito il compito di mio padre. Alle sei e mezza si alzava Louis dal suo giaciglio e portava il contenitore del latte sulla strada. Louis era un prigioniero di guerra francese che ci era stato mandato dal Comune ad aiutarci per il lavoro agricolo in sostituzione di mio fratello Felix, che si trovava nel fronte orientale. Il compito di Louis era anche quello di foraggiare le mucche. Dopo la mungitura si faceva la colazione tutti insieme.
Grazie a Dio il lavoro nella fattoria e la coltivazione della terra ci davamo sempre abbastanza da mangiare.
Al contrario, gli abitanti della città facevano difficoltà a sopravvivere solo con il cibo che veniva loro distribuito con le tessere; per questa ragione venivano spesso in campagna per rimediare qualche uovo, un po’ di farina o di speck.
Meine Mutter und ich sin um 5,30 Uhr aufgestanden. Sie ging in den Stall melken und ich fütterte und putzte die Pferde. Anschließend ging ich dann Kaffee kochen, was sonst immer die Aufgabe von Vater war. Um halb sieben kam dann unser Louis von seinem Nachtquartier und brachte die Milchkannen zur Straße. Anschießend fütterte er die Kühe. Louis war ein französischer Kriegsgefangener. Er wurde uns von der Gemeinde zugeteilt um uns bei der Landarbeit zu unterstützen als Ersatz für meinen Bruder F., der an der Ostfront war. Nach dem Melken gab es das gemeinsame Frühstück. Gott sei Dank hatten wir durch Landwirtschaft immer genug zu essen.
(a cura di Letizia)