L'ULTIMO NATALE
ALLA FATTORIA
Dalla radio non arrivava nessuna buona notizia. Il
fronte orientale si ritirava verso ovest e anche dal fronte
occidentale venivano soltanto notizie di insuccessi. Il governo
centrale tedesco però diramava comunicazioni che davano
l’impressione che la situazione bellica non fosse così
preoccupante.
Si stava avvicinando il Natale e le temperature
erano già decisamente invernali. Papà venne a casa prima di Natale
ma solo per pochi giorni. Il tempo di avvento era sempre stato un
periodo gioioso per la nostra famiglia ma ormai da un paio di anni
non era più così e quell’anno era del tutto diverso dal solito.
Eravamo tutti molto tristi e preoccupati perché non si presagiva
niente di buono. Nella notte santa la Stube non fu accesa,
invece l'anno precedente nella grossa stufa di maiolica ardeva una
fiamma vigorosa. Non preparammo neanche l’albero di Natale, che
avevamo sempre sistemato nella piccola sala, quella dove io dormivo,
e dove trascorrevamo la notte di Natale. Però io avevo ugualmente
allestito il presepio sul tavolo e lo avevo adornato con rami
verdi e ciclamini.
Come ogni anno mia nonna venne a cena da noi. Mia
madre aveva cucinato crauti e salsicce, perché era l’unico cibo di
cui ancora potevamo disporre; a causa della guerra avevamo dovuto
rinunciare ai nostri tradizionali naselli poiché non si riuscivano
più a trovare sul mercato. La mamma però aveva preparato per
dessert i nostri gnocchi di papavero; fortunatamente eravamo riusciti
ancora a trovare gli ingredienti. Quella sera cenammo con il pensiero
rivolto a F. e P., i miei fratelli, e a tutti i soldati che si
trovavano al fronte.
Il mattino seguente, il
giorno di Natale, mio padre ed io ci alzammo alle cinque del mattino
e andammo ad Eckersdorf con la bicicletta per assistere alla S.
Messa. Non sapevamo che quella per noi sarebbe stata l’ultima volta
che avremmo trascorso il Natale nella nostra patria, la Slesia.[1]
Es ging mit Riesenschritten auf
Weihnachten zu und die Temperaturen waren schon recht winterlich.
Vater kam kurz vor Weihnachten nach Hause. Doch eine Vorfreude, wie
ich sie noch vor ein paar Jahren gespürt hatte, wollte und
konnte in diesen Jahr nicht aufkommen. Es war alles anders als sonst.
Die Stimmung im Allgemeinen war gedrückt und man ahnte nichts Gutes.
Am Heiligen Abend blieb die gute Stube dieses Jahr kalt, in den
Jahren zuvor wurde immer der große Kachelofen angeheizt. Einen
Christbaum gab es dieses mal auch nicht. Wir zogen es vor in der
kleinen Nebenstube, in der ich auch schlief, den Abend zu verbringen.
Am Tisch hatte ich die Weihnachtskrippe aufgestellt und mit grünen
Zweigen und Alpenveilchen geschmückt.
Durante il mese di dicembre del 1944 i sovietici avanzarono
attraverso la Romania, la Bulgaria e l’Ungheria, facilitati dai
partigiani jugoslavi di Tito e dalla defezione della Romania e della
Bulgaria che abbracciarono la causa degli alleati.
(a cura di Letizia)